«La mobilitazione continua e se non ci saranno risposte immediate da parte della Regione Sardegna, pastori, pescatori e agricoltori torneranno in piazza con azioni molto più forti». Dopo la manifestazione dello scorso primo febbraio la Coldiretti Sardegna non arretra di un centimetro ed è pronta a indire una nuova serie di proteste per ottenere dalla politica regionale risposte immediate.
Tra i protagonisti del grande corteo che ha sfilato lungo le strade di Cagliari anche la federazione del Nord Sardegna che ha risposto alla manifestazione con la presenza di mille soci provenienti da Sassari e dalla Gallura. Una rappresentanza compatta che oltre al problema del latte, il cui prezzo è crollato sotto i sessanta centesimi al litro, ha chiesto alla Regione Sardegna di occuparsi delle altre vertenze ancora aperte come il prezzo del grano; i ritardi nei pagamenti dei premi comunitari; la tutela della zootecnica da carne; i bandi del Psr 2014-2020; l’accesso al credito; i costi dell’acqua; il contenimento della fauna selvatica; il riconoscimento dello stato di calamità naturale per la siccità del 2016 e per la nevicata del 2017; i problemi del settore vitivinicolo.
«È stata una grande manifestazione corale che ha visto tutte le federazioni della Sardegna marciare compatte – afferma il direttore della Coldiretti Nord Sardegna, Ermanno Mazzetti. Adesso ci aspettiamo da parte della Regione Sardegna una risposta rapida a favore di tutti gli agricoltori e gli allevatori di Sassari e della Gallura che quest’anno hanno subito gravi perdite a causa del maltempo sia nella valle del Coghinas dove le grandinate hanno compromesso la produzione del carciofo spinoso sia nelle sugherete dell’alta Gallura crollate sotto il peso della neve. Senza l’attuazione dello stato di calamità naturale le perdite a carico degli operatori sarebbero enormi».
«Dal ministero sono arrivate le prime risposte ma per noi la vertenza dei pagamenti non sarà chiusa fino a quanto tutti i pastori e gli agricoltori non avranno nelle proprie tasche i soldi che gli spettano e fino a quando non sarà istituito l’ente pagatore, già promesso e deliberato più volte, necessario per snellire le procedure e agevolare la liquidazione delle pratiche in un tempo accettabile – aggiunge il presidente della Coldiretti Sassari, Battista Cualbu. Inoltre sull’ammasso e sul ritiro delle eccedenze produttive devono essere riservati importi più alti rispetto a quelli proposti dal ministero visto e considerato che negli ultimi due anni il Pecorino è stato tagliato fuori dal bando per gli indigenti a vantaggio di altri formaggi come il Reggiano: questa modifica creerebbe una nuova iniezione di liquidità destinata agli operatori del settore. Dopo la grande manifestazione del primo febbraio – conclude Battista Cualbu – il problema del comparto agropastorale isolano è sotto gli occhi di tutti e non può più essere trascurato. Per questo chiediamo ai politici sardi, aldilà del loro colore politico o del gruppo di appartenenza, che difendano la nostra agricoltura vigilando sulla distribuzione dei fondi e dando un chiaro segnale di unità e compattezza a livello nazionale».
6 Febbraio 2017
Coldiretti Nord Sardegna, la mobilitazione continua