«Da anni siamo impegnati nella valorizzazione e nella promozione dei prodotti italiani a km 0. Ogni giorno le aziende agricole che formano il circuito Campagna Amica incontrano centinaia di clienti per offrire loro i migliori prodotti del territorio. La notizia dell’introduzione dell’indicazione di origine obbligatoria per il latte e per i prodotti lattiero-caseari è una notizia storica, soprattutto per la Sardegna, regione leader nella produzione del latte». Così Ermanno Mazzetti, direttore della Coldiretti Sassari e Gallura, commenta il via libera da parte dell’Unione Europea.
Il provvedimento fortemente sostenuto dalla Coldiretti era già stato annunciato dal premier Matteo Renzi e dal ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, in occasione della giornata nazionale del latte Italiano a Milano, organizzata proprio dalla Coldiretti, la maggiore organizzazione degli imprenditori agricoli in Europa.
«Questo provvedimento aiuterà i consumatori a scegliere con più certezza e più consapevolezza. Finalmente basterà leggere l’etichetta per sapere il luogo di mungitura e di trasformazione sia del latte sia dei prodotti lattiero-caseari. Una conquista storica – commenta il presidente della Coldiretti Sassari, Battista Cualbu – che premia la territorialità e la trasparenza, due temi sui quali la nostra organizzazione è da sempre in prima linea. La Sardegna sarà una delle regioni in Italia a beneficiare maggiormente di questo strumento – conclude Cualbu – per la sua capacità di mungere il 67% del latte ovino, il 45% di quello caprino e oltre 200 milioni di litri di latte vaccino».
Con l’etichettatura di origine si dice finalmente basta all’inganno del falso Made in Italy. Nel nostro Paese 3 cartoni su 4 di latte a lunga conservazione sono stranieri, così come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero.
Il via libera comunitario risponde alle esigenze di trasparenza richieste dagli italiani che secondo la consultazione pubblica online del Ministero delle Politiche agricole, in più di 9 casi su 10, considerano molto importante che l’etichetta riporti il Paese d’origine del latte fresco (95%) e dei prodotti lattiero-caseari quali yogurt e formaggi (90,84%), mentre per oltre il 76% lo è per il latte a lunga conservazione.
Ad essere tutelati sono anche i consumatori italiani che hanno acquistato nel 2015 - secondo una analisi della Coldiretti - una media di 48 chili di latte alimentare a persona mentre si posizionano al settimo posto su scala mondiale per i formaggi con 20,7 chilogrammi per persona all’anno dietro ai francesi con 25,9 chilogrammi a testa, ma anche a islandesi, finlandesi, tedeschi, estoni e svizzeri. L’obbligo di indicare l’origine in etichetta - continua la Coldiretti - salva dall’omologazione l’identità di ben 487 diversi tipi di formaggi tradizionali censiti a livello regionale territoriale e tutelati perché realizzati secondo regole tramandate da generazioni che permettono anche di sostenere la straordinaria biodiversità delle razza bovine allevate a livello nazionale.
Il provvedimento salva inoltre 120mila posti di lavoro nell’attività di allevamento da latte che generano lungo la filiera un fatturato di 28 miliardi che è la voce più importante dell’agroalimentare italiano dal punto di vista economico, ma anche da quello dell’immagine del Made in Italy. La scelta di trasparenza fatta in Italia – conclude la Coldiretti - è importante per essere più forti anche nella lotta all’agropirateria internazionale sui mercati esteri dove i formaggi Made in Italy hanno fatturato ben 2,3 miliardi (+5%) nel 2015.
L'entrata in vigore e fissata 60 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale e quindi dal primo gennaio 2017 come è stato previsto per un testo analogo in Francia.
15 Ottobre 2016
Dall’Unione Europea arriva il via libera all’etichetta Made in Italy sul latte