6 Agosto 2016
Donna ferita in casa da un cinghiale

«L’aggressione subita ieri pomeriggio da una donna nella propria veranda di casa mentre sparecchia la tavola è la diretta conseguenza della proliferazione incontrollata dei cinghiali in tutto il nord Sardegna e in particolare nella zona di Alghero. Da mesi denunciamo il problema e chiediamo con forza l’intervento della Regione Sardegna per salvaguardare l’incolumità dei cittadini e il lavoro degli agricoltori. Ma fino a oggi le risposte delle istituzioni sono state insufficienti e inadeguate. Serve una presa di posizione immediata». Con queste parole il presidente della Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu, ha commentato l’incidente avvenuto nella borgata di Maristella. Alla donna, ferita dalle zanne di un cinghiale mentre sparecchiava la tavola, sono stati assegnati sette giorni di prognosi.
Come già denunciato dalla Coldiretti Sassari e Gallura, il numero delle segnalazioni legate al problema della fauna selvatica è in costante crescita e le telefonate degli imprenditori agricoli esasperati dall’assenza di contromisure adeguate si moltiplicano. Si tratta di un problema trasversale che oltre a colpire tutti i settori dell’economia agricola, dall’allevamento fino alla pesca, mette a repentaglio l’incolumità delle persone.
Secondo una recente stima diffusa dalla Coldiretti è emerso che negli ultimi dieci anni il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato passando dai 600mila cinghiali del 2005 al milione del 2015. Un incremento che si è manifestato con la crescita del numero delle aggressioni e degli incidenti stradali.
«Siamo di fronte ad un problema di ordine pubblico che va affrontato con urgenza e decisione – afferma Ermanno Mazzetti, direttore della Coldiretti Sassari e Gallura. La sicurezza dei cittadini e la tutela del loro lavoro deve essere priorità per tutte le istituzioni di governo. Dopo l’aggressione di ieri, la nostra federazione denuncia con ancora più forza la necessità di una riforma della disciplina che garantisca l’indispensabile incolumità dei residenti, la sopravvivenza delle aziende agricole e lo snellimento della burocrazia nelle richieste di risarcimenti danni».