12 Settembre 2016
La Notte Gialla per le popolazioni colpite dal terremoto

Grazie alla vendita di 400 piatti di pasta conditi con il sugo all’amatriciana, la federazione provinciale della Coldiretti Sassari ha dato il proprio contributo alla gara di solidarietà promossa dalla Coldiretti nazionale in favore delle popolazioni colpite dal terremoto raccogliendo oltre 1.500,00 euro. L’evento si è svolto nella piazza dell’Emiciclo Garibaldi e ha coinvolto una quindicina di aziende agricole provenienti da tutto il nord Sardegna e centinaia di cittadini.
«Ringraziamo tutti i sassaresi che hanno partecipato alla Notte Gialla e che hanno scelto di consumare un piatto di pasta all’amatriciana per sostenere le aree colpite dal sisma – afferma il direttore della Coldiretti Sassari e Gallura, Ermanno Mazzetti. Ringraziamo inoltre l’Amministrazione Comunale, il sindaco Nicola Sanna e il vice sindaco Gianni Carbini che ci hanno consentito di poter realizzare questa magnifica serata».
La gara di solidarietà verso le popolazioni colpite dal terremoto non si è ancora conclusa. Sabato prossimo, tra gli stand del mercato Campagna Amica dell’Emiciclo Garibaldi, saranno messe in vendita le caciotte solidali. Si tratta di una mobilitazione straordinaria attraverso la quale la Coldiretti cercherà di garantire la mungitura e l’alimentazione delle mucche sopravvissute al sisma, di raccogliere quotidianamente il loro latte e di organizzare la trasformazione del latte proveniente dalle stalle delle aree comprese tra Amatrice a Norcia.
«Siamo felici di questo primo risultato ottenuto durante la manifestazione di ieri sera – dichiara il presidente della Coldiretti Sassari, Battista Cualbu – e per continuare ad aiutare il comparto agropastorale delle aree colpite dal terremoto abbiamo messo a loro disposizione gli stand del mercato Campagna Amica per la vendita delle caciotte solidali. La cifra raccolta durante la giornata di sabato prossimo servirà ad aiutare le aziende agricole che hanno subito dei danni strutturali alle stalle e ai fabbricati rurali e che stanno trovando le prime difficoltà a collocare il prodotto nel mercato».