15 Luglio 2014
LE CORNACCHIE METTONO A RISCHIO IL RACCOLTO DI ANGURIE E MELONI

I danni in molti casi superano il 50 della produzione aziendale.
Cualbu: necessario intervenire urgentemente
La situazione è ormai insostenibile! Ribadiamo la necessità che l’assessore dell’agricoltura  Falchi e quello dell’ambiente  Spano coordinino un intervento emergenziale. E’ questa la richiesta di Battista Cualbu e Giuseppe Casu, Presidente e Direttore Vicario di Coldiretti Sassari, davanti al disastro causato dalle cornacchie al raccolto delle angurie ed dei meloni. Già un mese fa avevamo chiesto agli Assessori di intervenire in maniera congiunta per affrontare il problema, ma ad oggi i nostri agricoltori assistono impotenti ad una crescita esponenziale dei danni.
Abbiamo fatto alcuni sopralluoghi in diverse aziende – spiega Cualbu –, constatando non solo l’entità dei danni, ma anche l’esasperazione e la disperazione degli agricoltori: oramai gli strumenti di difesa passiva posti in essere dalle imprese, cannoni sonori e gabbie, sono del tutto inefficaci.
Il problema – chiarisce Casu – è particolarmente evidente nell’agro Algherese, ma abbiamo diverse segnalazioni provenienti dall’intera Nurra. A far le spese dell’azione del volatile, peraltro, non sono solo i frutti in parola, ma anche gli stessi impianti di irrigazione. 
I danni – concludono Cualbu e Casu – hanno ormai raggiunto livelli insostenibili, superando in diversi casi il 50% della produzione delle aziende interessate. La dimensione della perdita di produzione, in crescita in parallelo con la maturazione dei frutti, ha di fatto dimensioni tali da metter davvero a rischio i bilanci della realtà colpite. E’ evidente che il piano di cattura ad oggi vigente non ha sortito gli effetti voluti, per cui ribadiamo agli assessori dell’ambiente e dell’agricoltura la necessità di programmare interventi di lungo periodo, che non possono prescindere da un’azione immediata che porti al contenimento della popolazione del volatile, che ha ormai raggiunto dimensioni probabilmente eccessive. Gli agricoltori, ancora una volta, non vogliono indennizzi, chiedono solo di essere messi nella condizione di fare il proprio lavoro: ma è evidente che una ulteriore stagione produttiva compromessa potrà difficilmente essere sopportata